Tutta la produzione di Gehry può essere
circoscritta in 5 parole chiavi, che traducono i suoi differenti modi di
affrontare la materia e lo spazio.
proiezioni (il prima)
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assemblare
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spaziare
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separare
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fondere
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liquefare
“tappeti volanti” (il dopo)
Gehry nasce nel 1929 a Toronto dove sin da
piccolo impara a prendere domestichezza e piacere nel giocare con i materiali
che trovava in falegnamerie e ferramente (aspetto importante dal punto
di vista dell’Imprinting) Ebreo (da qui il suo secondo nome Owen) povero
ed emarginato ( viene soprannominato “fish”, poichè puzza) si trasferisce
in California dopo la guerra.
Qui, a Los Angeles si laurea in architettura
con una tesi in urbanistica (tema sociale molto in voga negli anni 50,
in quanto gli architetti allora avevano una missione sociale),lavora presso
una serie di grossi studi, ha contatti con il cinema grazie a rapporti
di parentela ed entra quindi a far parte di un giro di persone influenti.
Gehry è abbastanza selettivo (parla
delle chiese romanico-gotiche, di Le Corbusier e poco altro…)
Dopo aver preso un master ad Harvard, comincia
il suo viaggio in Europa, lavora a Parigi, si sposa ed ha 2 figli,
torna a Los Angeles e a trentadue anni (1962) apre uno studio a suo nome.
La sua produzione per 15 anni, dal ’62 al
’78, fu seria ed impegnata, professionale come migliaia di architetti attenti
all’ambiente culturale americano. E’ una produzione, quindi, che non si
stacca dai canoni della cultura americana di quegli anni e che fa di Gehry
un architetto tradizionalista e frenato.
Ma in una Los Angeles scoppiettante
in un clima da figli dei fiori, sotto l'influsso di movimenti artistici
di varia natura, Gehry diede un contributo molto deciso per alcune
case fatte per i suoi amici artisti.
1. ASSEMBLARE
Si distinguono vari progetti tra cui alcune
case studio e case per artisti:
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Casa Studio Danziger, Hollywood
1964-1965: La pianta, a schema classico, è risolta in due
fasce parallele che contengono le diverse funzioni; i volumi echeggiano
il Minimalismo, mentre nel trattamento esterno prevale un atteggiamento
difensivo rispetto alla città.
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Casa-Studio Davis, Malibu
1968-1972 In questo secondo progetto Gehry sperimenta nuove forme,
lavorando su una forma regolare e cercando, però, di darle una certa
tensione attraverso distorsioni diagonali, proiezioni e deformazioni trapezoidali
dello spazio (da qui il termine “proiezioni” indicato prima dei 5 punti)
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Progetto per i mobili in
cartoncino :per questa casa ebbe anche un riconoscimento; opera
qui un azzeramento della sua produzione precedente e viene fuori la vera
natura di Gehry che ancora vive. Questa casa apre un nuova produzione che
coincide con il suo ingresso in analisi dallo stesso psicologo di altri
artisti di Los Angeles.
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Casa Gehry, Santa Monica
1978: Compra per se stesso nel 1978 una casa a Venice , edificio
in stile tradizionale. Quindi aveva la possibilità di demolirla
oppure, seguendo la moda del momento, trattarla con l'astrattismo alla
Meyer o scherzare, esagerare con questa alla maniera di R.Venturi.
Invece, Gehry utilizza la casa esistente ampliandola, assemblando il nuovo
al vecchio con una poetica di bricoleur, usando materiali grezzi ed industriali,
in maniera del tutto inusuale (si insinuano dai fronti agli spazi interni:
addirittura l'asfalto stradale diventa il pavimento della cucina) e unendo
i pezzi con una logica addizionale e spaziale .Questa casa fu vista in
pieno post-modernismo come bizzarra eccezione.
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Casa Spiller, Venice 1978-1979
La stessa logica troviamo nel progetto di questa casa: una scatola di base
che diventa teatro di ponti, passerelle, tettoie, recinzioni; il tutto
in un vortice di informalità.
Comincia ad uscire fuori un sentire informale,
disadorno, povero, planare, che chiamerà cheapscape
(riciclaggio). Si gioca ironicamente su tale concetto, si cerca di incorporare
nell'architettura aspetti del paesaggio contemporaneo; il contesto entra
in maniera forte nelle sue opere e da qui il concetto di ambientamento
molto tipico di Gehry che inserisce gli elementi caotici e degradati della
periferia nelle sue architetture. E' in questo contesto, fatto di
elementi caotici, che Gehry assembla e sceglie materiali puri nella
logica Pop Art. La Pop -Art è una branca dell'espressionismo astratto
americano che vede alla violenza dei materiali, al mondo contemporaneo,
alla uguale artisticità tra arte povera e ricca, tra architettura
bassa e alta e vide in R.Venturi un rappresentante.
2. SPAZIARE
Nel ’78 cominciano a cambiare le cose; la
forma comincia ad essere narrativa ed evocativa, cosa che non c’era nella
prima fase della sua produzione.
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Piano ed edifici per la
Loyola Law School, Los Angeles 1978-1991: qui applica una disarticolazione
dello spazio in edifici distinti, elementi autonomi, alcuni dei quali evocativi
nella logica del post-modernismo; attua un meccanismo di trasfigurazione,
attraverso cui, giocando sugli archetipi del tempio e della chiesa, modifica
ed esagera la forma rendendola contemporanea nell’uso dei materiali, dei
colori e dei volumi.
3. SEPARARE
Sin dalla propria casa a Venice, Gehry comincia
a lacerare gli elementi, tagliarli con la piena consapevolezza delle forze
della fessurazione.
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Casa Norton, Venice 1982-1984:
evoluzione del tema del cheapscape;
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Museo California Aerospace,
Los Angeles 1982-1984: Gehry utilizza sia la tecnica del separare,
sia la logica degli oggetti evocativi, inserendo oggetti fuoriscala (un
aereo all’esterno del museo), veri e propri simboli.
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Uffici Chiat/Day/Mojo,
Venice 1975 e 1986-1991: il ruolo della scultura quale simbolo,
evento e segnale è ben evidenziato in questa opera, nel cui centro
vi è un macroscopico binocolo (ideato da Oldenburg). Un edificio
manifesto, per una agenzia di pubblicità.
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Ristorante Fishdance, Kobe,
Giappone 1986-1987: architettura che si fa scultura.
I suoi progetti cominciano a perdere il controllo
dell’estetica, cominciano ad essere troppo pieni e carichi di diversi elementi,
e nei suoi progetti successivi si possono leggere già tutte insieme
le fasi.
4. FONDERE
Una mostra viene dedicata a Gehry nell'86,
coraggiosa in un momento in cui l'architettura americana non lo appoggiava,
presa com’era dal post-modernismo di Johnson con grattacieli falso gotico
e in stile classico. Gehry fece una mostra "contro", esponendo microarchitetture
che alludevano ad una nuova logica di intendere le forme dell'architettura,
affrontando così un nuovo azzeramento, mettendosi nuovamente in
discussione, una nuova fase fatta non più di "separazione ", ma
concependo nuovi meccanismi basati sul concetto del "Fondere, Collidere
e Scolpire ".
Masse e volumi tendono ora a collidere con
meccanismi booleani, plastici, scontro e incontro di forze e direzioni,
ricordando la plastica futurista.
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Museo e fabbrica della
Vitra, Weil am Rhein, Germania 1987-1989: le masse sinuose e dinamiche
si incastrano fra di loro, non in maniera casuale e gratuita, ma secondo
una logica ed organizzazione interna.
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Edificio dell'American
center, Parigi 1988-1993 61: volumi di ogni forma addossati gli
uni sugli altri, a circondare lo spazio pubblico, questa volta, naturalmente,
introiettato.
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Auditorio Walt Disney,
Los Angeles 1988
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Museo Guggenheim, Bilbao
Spagna 1991-1997: Il Futurismo scuote l'ambiente dopo essere stato
un concetto dormiente per 70 anni; Gehry lo interpreta completamente in
architettura fondendo e lanciando all'esterno la sua architettura . Il
tutto corrisponde ad una logica funzionale ottimale in quanto questi
spazi fluidi permettono di essere utilizzati con molta libertà,
molto più che nell'architettura razionalista con i suoi spazi bloccati
in certe funzioni. Il Museo di Bilbao è una macchina straordinaria
che porta con sè alcuni concetti fondamentali quali:
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urbanscape: Gehry
sceglie l’area, la più caotica della città, un’intersezione,
una brown area di una capitale industriale, una zona di passaggio.
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scultura : il progetto,
infatti, sembra derivare da una creazione bocconiana, nello spirito futurista,
nell'idea di portare il tutto in movimento, in una logica anti-piedistallo.
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la traiettoria (parola
usata anche da Boccioni) è la parola chiave generatrice di dinamicità,
che plasma la materia.
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simbolo/cattedrale:
Componente fondamentale è la torre
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iperfunzionalismo
di spazi molto fluidi
5. LIQUEFARE
Si arriva così alla liquidità;
non più scavi o separazioni, ma materia che si spande fluidamente
e progetto caratterizzante quest’ultima fase è il:
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Centro EMR, Bad Oeynhausen
Germania 1992-1995: in pianta sembra un animale acquatico che si
muove, o una macchia che si liquefa, una figura che può essere letta
alternativamente come pieno o vuoto.
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